Eva Baltasar
Nottetempo Editore
ISBN: 978887452836
15,00 €
Eva Baltasar
Nottetempo Editore
ISBN: 978887452836
I “boulder”, in geologia, sono morene che si trovano tra il permafrost e la superficie, grossi blocchi rocciosi striati, nati dall’accumulo di materiali trasportati dai ghiacciai nel Pleistocene. Enormi massi emersi in mezzo al paesaggio o nelle acque dell’oceano: pochi sanno da dove provengano e perché siano lì, “pezzi di mondo avanzati dalla creazione, isolati, esposti a tutto”. Boulder, la protagonista che dà voce a questo romanzo, è pietrosa ed ermetica come una di quelle rocce, rasentate dalla vecchia nave mercantile in cui si guadagna da vivere preparando i pasti in una cucina abbastanza angusta da non doverci lavorare con altri. È la situazione perfetta: la solitudine “necessaria a qualsiasi essere vivente per crescere” e la provvisorietà per compagna, una piccola cabina e il vuoto attorno, il blu, il vento che taglia la faccia, il resto del mondo sfocato all’orizzonte e ogni tanto un porto in cui incontrare una donna che non rivedrà mai più. Fino al giorno in cui, in un bar all’estremo nord della Patagonia cilena, conosce Samsa, l’amore che metterà tutto in discussione. La donna per cui Boulder lascerà il mare e andrà a vivere in una casa gialla e perfetta a Reykjavík, quella che, dopo qualche anno e tra pensieri aguzzi come spine, accetterà di accompagnare in una clinica di riproduzione assistita. Ma quel momento, Boulder lo sa, sancisce un esilio inesorabile dal corpo di Samsa, espropriato da una maternità onnipotente e feroce che fa crescere nella protagonista un’insofferenza spietata, un “freddo permanente” che nutre il vuoto e il bisogno di fuga, alla ricerca irriducibile della “polpa di senso” che, chissà, forse è solo una nuova solitudine. Dall’autrice di “Permafrost”, un nuovo romanzo che fa del disincanto poesia e del tormento ironia.